Ponte della Vittoria
Fino al 1875 il collegamento con l’altra sponda del Piave era garantito da un passo, in seguito sostituito da un ponte in legno nel 1876, distrutto da una piena. Fu ricostruito nel 1886 con una struttura principale in ferro. L’esercito italiano si vide costretto a far saltare il ponte il 9 novembre 1917, in seguito allo sfondamento di Caporetto, quando l’ultima difesa italiana si attestava sul Piave e si rimossero quindi tutti i passaggi sul fiume per ostacolare l’avanzata nemica. Al termine del conflitto fu costruito inizialmente un ponte in bragozzi, sostituito poi da uno in legno aperto al transito nel maggio 1919. Il nuovo ponte fu inaugurato il 12 novembre 1922 e dedicato al Duca d’Aosta, Comandate della Terza Armata schierata sul Piave, al tempo della Grande Guerra.
Durante la Seconda Guerra Mondiale, nell’ottobre del 1944 il ponte venne nuovamente distrutto da un bombardamento aereo angloamericano. Furono abbattute due campate dalla parte di Musile.
I lavori di ricostruzione iniziarono nel 1946 e vennero portati a termine nel 1950. Il ponte fu ribattezzato “Ponte della Vittoria“. L’originale colorazione azzurra del ponte è frutto di un progetto dell’architetto Ettore Sòttsass, all’inizio degli anni duemila. Le due passerelle laterali consentono il passaggio di pedoni e ciclisti e una bella vista sul Piave.
CURIOSITA’ Il ponte della Vittoria ogni 7 agosto diventa protagonista: è qui infatti che si incontrano i sindaci di Musile e San Donà per rinnovare il “patto d’amicizia“, nel giorno in cui ricorre San Donato. Secondo la tradizione tutto il territorio che ora corrisponde ai due comuni era una unico paese, che portava il nome di San Donato perché si sviluppava nei pressi della cappella dedicata al Santo (ora a Musile). A seguito di un’alluvione il Piave cambiò il proprio corso e divise il paese un due: la chiesa rimase dalla parte destra del fiume, che quindi mantenne il nome di San Donà, mentre il paese dal lato sinistro del Piave dovette pensare ad un nuovo nome. Secondo una leggenda quest’ultimo decise che voleva mantenere il nome di San Donà e quindi chiese al paese che si trovava sull’altra sponda di venderglielo. Fu così che il paese sulla destra del Piave prese il nome di Musile e cedette al paese sulla sinistra del fiume il nome di San Donà, il prezzo da pagare erano due “capponi grassi” ogni anno! Quindi ancora oggi i due sindaci si trovano sul ponte della Vittoria e insieme si recano nella piazza principale di Musile dove il sindaco di San Donà mantiene il patto donando due capponi al sindaco di Musile.