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Il Fiume Sacro della Patria

Il territorio della provincia di Venezia ha avuto un assoluto rilievo nella storia militare e nell’insieme delle drammatiche vicende umane della Grande Guerra. Alcune caratteristiche del territorio hanno permesso una complessa struttura difensiva da terra e da mare, grazie alla sua conformazione geografica tra la laguna e il fiume Piave il cui basso corso bagna il territorio.

Questi luoghi, di importanza strategica ai fini dell’andamento della guerra, hanno vissuto la vicinanza fisica degli opposti schieramenti, l’esodo forzato degli abitanti di centri posizionati a ridosso delle rive del Piave e quindi sulla linea del fronte, ma hanno saputo esprimere eroismo e strenua difesa come nella Battaglia d’arresto e nella Battaglia del Solstizio. Questa articolata e complessa evidenza, si può tradurre in una molteplice varietà di percorsi ed itinerari.

Pochi luoghi hanno un potere evocativo come le rive del Piave. Le tre poderose battaglie che si svolsero tra le due sponde (la Battaglia d’Arresto, novembre 1917; la Battaglia del Solstizio, giugno 1918; la battaglia di Vittorio Veneto, ottobre 1918) hanno avuto come protagonista involontario proprio il fiume, in quel tempo molto più energico e ricco per portata idrica. Sul fiume si esaurirono le estreme risorse dell’Austria-Ungheria e si ricostituirono le fortune del Regio Esercito e degli alleati.

Lungo il Piave emergono le monumentalità ed i resti degli appostamenti militari.
A Tezze di Piave, nel comune di Vazzola, si trova un cimitero britannico, contenente i corpi di 356 soldati caduti durante le ultime battaglie sulle grave di Papadopoli. Sorge nei pressi del ben conservato borgo rurale “Malanotte”, che ospitava una delle centrali di tiro dell’artiglieria imperiale, riparata in un bunker sotterraneo ancora oggi conservato.

A Maserada, sull’altra sponda del Piave, è dedicato un monumento alla vicenda della 7a divisione britannica e un museo, che espone interessanti oggetti, molti dei quali recuperati sul greto del fiume.

Scendendo lungo l’argine, si incrocia la località del Molino della Sega, teatro di duri scontri che impiegarono soprattutto le forze fresche dei più giovani soldati da allora appellati “Ragazzi del ’99”, e si arriva a Fagarè, ove sorge un altro imponente Sacrario, che ospita i resti di più di diecimila soldati della III Armata. Ai lati del sacrario sono conservati due lacerti di muro che riportano alcune frasi storiche scritte dai soldati durante la Battaglia del Solstizio.

L’ansa del Piave presso Zenson, dove il fiume rallenta la corrente in prossimità dello sbocco si ricorda come uno dei luoghi più sanguinosi dei combattimenti del 1917/18 avvenuti lungo il fiume. Di qui vale la pena concludere con un passaggio a Monastier, presso l’Abbazia del pero. Rimangono accanto al campanile, usato dagli italiani come osservatorio, le fondamenta della chiesa andata distrutta. E vicino vi è una villa rustica in cui trovò ospitalità l’Hemingway ferito mentre serviva nella Croce Rossa.

Anche il Basso Piave presenta molti segni della memoria, tra cippi, lapidi e monumenti che ricordano la Grande Guerra.

Fonte: Centenario Grande Guerra, Regione del Veneto, Assessorato alla Cultura